Dopo il golpe (vero o finto che fosse),
le epurazioni, gli imprigionamenti, le punizioni, le torture, la
vera faccia di Erdogan si palesa sempre di più.
Adesso se la prende con l'Italia perché
se Erdogan junior rimetterà piede a Bologna, dove frequentava la
prestigiosa John Hopkins University, potrebbe essere arrestato per
riciclaggio, ma secondo il paparino la magistratura italiana non
dovrebbe occuparsi del “piccolo” Bilal. Poco importa che in una
intercettazione Erdogan senior consigli al figlio di sbarazzarsi di
tutti i denari che detiene in casa (e che in un'altra intercettazione
si faccia riferimento ad una somma di 10 milioni di dollari,
presumibilmente frutto di una mazzetta per la costruzione di un
gasdotto).
Erdgan fa la voce grossa con il nostro
paese. La minaccia, velata, è quella di farci invadere dai
“profughi”. Ed all'esternazione che in Italia dovremmo dedicarci
più alla mafia che alle indagini su Bilal, Renzi (una volta tanto
concordo con lui) ha replicato per le rime dicendo che i nostri
giudici rispondono alle leggi ed alla Costituzione italiana, non
certo al presidente turco.
È passato il periodo delle primavere
arabe, quando la Turchia era considerata un paese moderato, amico
degli Stati Uniti e quindi degna di entrare a far parte dell'Unione
Europea. Poi il legame con gli americani si è deteriorato, anche
perché la Turchia si è rivelata essere un passaggio fondamentale di
potenziali terroristi nemici del regime di Assad provenienti dalla
Siria.
Inoltre è
chiaro ormai a tutti che Erdogan, che tutti ormai chiamano il
Sultano, ha trasformato lo stato in una repubblica presidenziale con
amplissimi poteri del premier, che rasenta (?) la dittatura, e mi fa
specie vedere in televisione dei servizi dove Erdogan appare sotto
il ritratto di Ataturk e constatare che la Turchia, che sotto la sua guida era diventata uno stato laico, si stia avviando novamente verso un vecchio oscurantismo di stampo islamico.
Nessun commento:
Posta un commento