Nessuno
incolpa, giustamente, Virginia Raggi per l’emergenza rifiuti a
Roma.
Lei sta
semplicemente pagando l’inefficienza di anni ed anni di malgoverno
che hanno ridotto Roma in pessime condizioni, tra le strade con i
buchi, con la sporcizia, con un traffico indescrivibile e tutte le
altre magagne.
Quello che le
si rimprovera è la difesa ad oltranza del suo assessore, Paola
Muraro, che negli ultimi 12 anni è stata consulente sia di AMA
(azienda municipalizzata) che di Bioman (la società privata che ha
in gestione la raccolta dei rifiuti organici) percependo un compenso
di ben oltre un milione di euro per le sue consulenze. Nulla da dire
se questi soldi fossero serviti davvero a rendere Roma una città
pulita, però il degrado è andato via via aumentando, fino a
raggiungere dimensioni mastodontiche.
Ritrovarsi
con una città con i cassonetti strapieni ed i sacchetti dei rifiuti
in mezzo alle strade non è certo un bel biglietto da visita per i
numerosi turisti che affollano la capitale durante il periodo estivo
ed infatti i giudizi espressi sono del tutto negativi.
L’altra
questione è quella del conflitto d’interessi del medesimo
assessore.
Premetto una
cosa: il conflitto d’interessi è in pratica un’ipocrisia,
secondo la quale si vorrebbe che un politico lavori esclusivamente
per l’interesse della collettività, sottintendendo con ciò che
questo sia garanzia di onestà. Però, da nessuna parte sta scritto
che il politico DEBBA rinunciare a tutelare i propri interessi, come
del resto fanno tutti gli esseri umani, per fare esclusivamente il
bene degli altri. Semplicemente si richiede che abbia dei requisiti
tali da rappresentare gli interessi della collettività, tra i quali
sono inclusi ovviamente anche i suoi.
Fino ad oggi
il conflitto d’interessi è stato sollevato quasi esclusivamente in
chiave antiberlusconiana, e fra i più accaniti accusatori c’erano
proprio i pentastellati. Se la Muraro fosse stata di un altro
partito, il M5S si sarebbe scatenato con interrogazioni, interventi
velenosi sul blog di Grillo e trasmissioni televisive al vetriolo. Ma
la Muraro è grillina, quindi bisogna difenderla a tutto spiano,
evidenziando così la doppia natura del movimento, giustizialista ad
oltranza ma non con i propri rappresentanti.
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