Lascio sempre decantare una notizia, prima di riprenderla.
Personalmente sono a favore di una famiglia “tradizionale” – definirla “normale” mi sembra assurdo – anche se nel tempo questo concetto è cambiato radicalmente, pure in campo giuridico. Senza dubbio anche alcune coppie omosessuali sono in grado di allevare con affetto dei “figli”, anche se ritengo che per uno sviluppo completo un bambino abbia bisogno di una coppia etero. Quello che non approvo e non riesco proprio ad accettare è l’utero in affitto: ci sono tanti bimbi nei brefotrofi, ma le pratiche per l’adozione sono complicate e farraginose, e credo che ci sia pure un movente economico che spinge a favorire la permanenza degli orfani presso questi enti piuttosto che il benessere dei bambini.
Tanti a favore i bimbi allevati da coppie omosessuali lo spiegano con il fatto che anche in famiglie “tradizionali” ci possono essere delle aberrazioni. Che ci possano essere genitori più o meno buoni, rientra nei casi delle statistiche: come tra tutte le persone cosiddette “normali” possono annoverarsi degli assassini, se non addirittura dei serial killer, così non tutti i genitori sono perfetti, però un bambino per crescere in modo armonico ha bisogno di due genitori di sesso opposto.
Ovviamente nessuno nasce “genitore”, ovviamente tutti all’inizio (e anche dopo) faranno degli sbagli, ma la famiglia, che lo si voglia o meno, è quella formata da coppie etero. Che poi ci siano altre persone che attuano differenti forme di amore e/o sesso, è un’altra questione, ma non costituiscono certamente una famiglia propriamente detta. Omosessuali e trans per mio conto possono tranquillamente continuare ad avere rapporti tra loro, ma è assurdo che pretendano di considerarsi “genitori” e di considerarsi “famiglia”: saranno conviventi, legati affettivamente, ma non di più.
Il problema di fondo però è un altro: in Italia si sta assistendo ad un vero tracollo demografico, e le cause sono molteplici. Innanzitutto, fino al primo dopoguerra le famiglie erano numerose. Io, come figlia unica, ero davvero un pesce raro. Tutte le mie compagne di giochi o di scuola avevano almeno un altro fratello o una sorella, molte mamme di figli ne avevano 4, 5 o di più. Ora i giovani, principalmente per motivi economici, si fermano ad un solo figlio, stante anche la difficoltà, se la mamma è lavoratrice, di reperire qualcuno che si occupi del bambino. Una volta si poteva contare sull’aiuto dei nonni o dell’immancabile zia zitella (ce n’era almeno una in ciascuna famiglia). Oggi le zie zitelle si chiamano single e preferiscono vivere la loro vita, i nonni lavorano fino ad età avanzata, i posti negli asili nido pubblici sono rari e quelli privati sono davvero cari, allevare un bambino con le esigenze odierne è davvero dispendioso, quindi la scelta del figlio unico è pressoché obbligata. Quindi ben venga una politica che incentivi l’incremento demografico.


E l’ultima cosa che mi lascia perplessa è che si aiutino le coppie extracomunitarie, che di figli ne sfornano a iosa, un po’ perché hanno minori esigenze di noi, poi perché tutte le provvidenze delle quali godono vengono pagate da noi italiani con le nostre tasse, mentre i nostri giovani non vengono minimamente aiutati finanziariamente.
Nessuno sembra rendersi con to che le vere vittime in queste diatribe sono solo i bambini.