Cerca nel blog

giovedì 1 settembre 2016

Fertility day

Non ero a conoscenza che ieri fosse il Fertility Day.
L'ho scoperto per caso scorrendo la home di facebook, dove in molti ne parlavano.
Certo è che siamo messi male se dobbiamo istituire una giornata per incentivare gli italiani a fare figi, però nessuno si interroga sul perché della natalità. La campagna a dire il vero è incentrata anche sulle cause che conducono all'infertilità sia maschile che femminile e sugli aiuti alla procreazione, ma il problema principale è essenzialmente un altro: anni ed anni senza alcuna incentivazione alle politiche volte  sostenere la famiglia, pochissimi servizi destinati alle donne che lavorano, detrazioni fiscali irrisorie.
Qualcosa è stato fatto, ma è assolutamente insufficiente.
I permessi pre- e postparto, quelli   obbligatori interamente retribuiti e quelli facoltativi con retribuzione ridotta ed estesi anche ai padri, i permessi per l'allattamento - due ore giornaliere - e l'assistenza medica dei figli fino ai tre anni sempre coperti da retribuzione, ma poi? Gli asili nido pubblici sono scarsi e cari, quelli privati addirittura carissimi e tutti con orari che a volte mal si conciliano con le esigenze lavorative dei genitori. Non si può neppure più contare sull'aiuto dei nonni, ormai costretti pure loro a lavorare fino ad età avanzata.
Poi un figlio costa.
Da quando nasce, anzi, da molto prima, fino a quando raggiunge l'età per spiccare il volo da solo è un continuo esborso di denaro. Le esigenze dei bambini ed adolescenti di oggi sono assai diverse da quelle dei tempi dei loro genitori e nonni.  Non si vedono più ragazzini indossare i vestiti smessi e rivoltati dei loro genitori; giocare con palla e soldatini non basta più; i testi scolastici sono aumentati di numero, di spessore e, ahimé, anche di prezzo. Ci vuole il cellulare per essere sempre rintracciabili dai genitori che lavorano, il computer per effettuare le ricerche scolastiche e via dicendo.
Le scuole poi offrono raramente un servizio di doposcuola.  Il fattore denaro è sempre più importante: chi sarebbe così incosciente poi da mettere al mondo uno o più figli, con lo spettro della disoccupazione che incombe data la crisi economica?
Uno dei manifesti del Ministero della salute recita "La costituzione tutela la procreazione cosciente e responsabile"... ecco, chi al giorno d'oggi è così responsabile, se lo Stato in
vece di sostenere la famiglia sta facendo di tutto per affossarla anche economicamente?



Nessun commento:

Posta un commento