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giovedì 8 settembre 2016

Caduta delle stelle

Il voto di pancia non paga.
A Roma Virginia Raggi ha raccolto quasi esclusivamente voti di protesta ma si sta dimostrando incapace di cavare un ragno dal buco. Le sue scelte fatte in autonomia si sono rivelate pericolose (Muraro) e dispendiose (Raineri), quindi si è dovuta assoggettare al diktat del Direttorio.  In pratica è  una sorvegliata speciale, come tutti i sindaci pentastellati: o fai come diciamo noi o sei fuori dal movimento, anche se molti, come Pizzarotti, hanno fatto ricorso e lo hanno pure vinto.
Non si capisce però perché con situazioni simili (avvisi di garanzia) alcuni siano osteggiati pesantemente (Pizzarotti,  Caruso), altri vengano difesi ad oltranza (Nogarin e giunta Raggi).
Sarebbe auspicabile che Virginia Raggi si smarchi dal Direttorio, prenda il coraggio a due mani e decida LEI chi ha il mandato di governare, conferitole con le elezioni, senza dover sottostare ai ricatti del Direttorio.
Anche se il M5S è formato da una congrega di incompetenti senza esperienza che si sono vantati di poter governare - quasi possedessero una bacchetta magica - una città praticamente al collasso a causa delle gestioni precedenti, è assurdo e patetico che le peggiori critiche provengano proprio da chi ha ridotto la capitale in questo modo.
Dall'anno 2000 ad oggi infatti circa 150 tra assessori e consiglieri sono stati indagati e sono finiti sotto le grinfie della giustizia per reati gravi: corruzione, concussione, ricettazione, associazione a delinquere anche di stampo mafioso, peculato etc... Non certamente bruscolini, come diceva un noto comico. Da Veltroni in poi prima di cadere i sincadi in carica hanno cambiato in corsa 32 assessori e 19 membri di giunta, fra cui i capi di gabinetto del comune,
Il fatto che i pentastellati siano inadatti a governare non cancella il fatto che coloro che li hanno preceduti siano stati degli emeriti imbroglioni.
Intanto Roma e i romani aspettano...

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